giovedì 31 luglio 2008
Repubblica: la benedizione di Scalfari su Alitalia
Passare da una compagnia di bandiera pubblica a una piccola compagnia privata di proprietà dei soliti noti (banchieri, venditori di maglioni e compagnia bella) è uno scippo notevole anche in un paese che si lascia scorrere tutto come l'Italia.
Per rendere accettabile l'affare, repubblica ha mandato l'anziano fondatore a intervistare l'amministratore delegato.
A parte una lunghissima introduzione per dire quanto è bravo e quanto è amico Passera e una chiusura poetica sul cielo stellato di campagna, il resto è il solito catalogo delle storie che ci hanno sempre raccontato su Alitalia. Che in queste condizioni fallirà tra due mesi (lo ripetono da anni ma intanto non fallisce mai), che questa soluzione è la migliore possibile (ma repubblica lo ha detto per tutte le soluzioni del passato e Scalfari onestamente lo ammette), che la compagnia volerà per pochissime destinazioni ma va bene così. Neanche una parola sui lavoratori in esubero e su quelli superstiti a cui sarà imposto un contratto al ribasso.
E poi i responsabili: nell'ordine i sindacati (occorre parlarne male perché proveranno a opporsi), Berlusconi (accusarlo fa tanto giornale combat) e, in misura minore, la sinistra del governo Prodi (tanto per sembrare obiettivi). Anche qui, neanche una parola sui manager di Alitalia che hanno gestito disastrosamente negli anni la compagnia, magari per preparare il terreno a questa svendita.
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3 commenti:
incredibile
è tanto facile ammetterlo:
"sì, abbiamo sbagliato,dovevamo darla ai francesi"
Poi tra dieci anni ci chiederemo come abbiamo fatto a farci scippare la compagnia di bandiera così...
Mah, mi lasciano basiti, sinceramente. Tutti quanti. Perchè quando c'era una reale e conveniente proposta, nessuno se ne è veramente interessato. E ora, invece, va bene così, con tutti i tagli del personale e via dicendo. Ma vaff...
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