lunedì 28 luglio 2008

Corriere: esiste un precario contento


Il corriere.it ci mostra un mondo che non pensavamo esistesse. Un operatore di call center che non voleva essere regolarizzato, un call center dove se si vuole uscire due ore prima o non andare a lavorare basta avvisare il responsabile, una ditta che regolarizza spontaneamente tutti i precari, una lettera di dimissioni in cui si inveisce contro "gli sciagurati interventi sindacali".
L'unica cosa verosimile del racconto contenuto dell'articolo, purtroppo, è la paga: poco più di miseri 5 euro all'ora.
La finalità dell'articolo è chiara: preparare il campo all'ennesima offensiva prossima ventura contro i diritti dei lavoratori.
Comunque Andrea, se esiste davvero, è probabilmente troppo impegnato con studio, volontariato e lavoro per sapere che il contratto che ha rifiutato prevede (calcoli effettuati su 40 ore settimanali, altrimenti in proporzione) circa due giorni al mese chiamati ferie e otto ore al mese chiamate permessi in cui non si va a lavorare e si viene, addirittura, pagati.
Questi e altri diritti, in un lavoro della vita reale, fanno comodo.

6 commenti:

Prefe ha detto...

chissa' quanto hanno girato per trovarne uno che si confacesse all'articolo che volevano scrivere

conteoliver ha detto...

Il precario-tafazzi: se non esistesse bisognerebbe inventarlo :)

Anonimo ha detto...

'azzo, 'sto signor zeppa ha avuto la forza di farmi sentir in colpa.
ho lottato 10 anni per addivenir ad una stabilizzazione infausta e solo dopo aver letto le sue saggissime parole me ne sto rendendo conto... sono un coglione, non mi resta che rimpiangere il comodo precariato.

conteoliver ha detto...

Che poi, se il governo riuscirà a fare tutto quello che ha in mente, le stabilizzazioni saranno un ricordo del passato...

amaryllide ha detto...

se i lettori del Corriere sono dei cretini e leggono solo il titolo, peggio per loro. Se uno legge anche l'articolo «Quando lavoravo sempre portavo a casa circa 730 euro al mese», capisce subito che il "regolare scontento" con quello stipendio non ci avrebbe mai campato, e infatti dopo le scemenze sulla flessibilità che i perfidi sindacati gli avrebbero tolto (mica si lamenta del fatto che con quei soldi non ci campa, che sarebbe un po' più grave dell'orario fisso...evidentemente quei 2 euro al mese li spende tutti per divertirsi e non per campare) lo dice apertamente che comunque quel lavoro gli faceva schifo "io in un call center non lo accetterei mai, perché è un lavoro massacrante" e che cerca, povero illuso, qualcosa di meglio. E poi la polemica non è solo sul lavoro fisso, ma anche sullo spostamento di sede del medesimo. Ergo il Corriere si è tirato la zappa sui piedi da solo, dimostrando di fatto che ai giovani, precari o meno, viene offerto SOLO lavoro sottopagato e massacrante. Certo, i lettori del Corriere sono quelli che leggono le berciate razziste della Fallaci, figurarsi se vanno oltre al titolo...

conteoliver ha detto...

Temo che il lettore medio del corriere non sia toccato in prima persona dal problema del precariato.
Se gli viene presentato ad arte il caso di uno che guadagna poco ma vorrebbe ancora meno, non sono sicuro che rifletta sull'assurdità della cosa.