Repubblica.it lancia l'inchiesta dal giorno prima e in qualche modo lascia pensare che sia partita dall'Espresso, mentre invece gli autori sono il ministero delle politiche agricole e la magistratura.
Così, quando molti lettori che temono di aver bevuto quel vino sofisticato scrivono per chiedere di sapere i nomi degli indiziati, l'Espresso risponde con un imbarazzato "non lo sappiamo".
Il corriere.it cerca di controbattere con un piccolo scoop in home page, sul brunello, che in alcuni casi indagati non è fatto con uve sangiovese: comunque si parla di centinaia di bottiglie contro settanta milioni di litri, e la notizia è vecchia di 10 giorni.
Quando poi racconta la sofisticazione più grande, rimarca vistosamente il ruolo dell'Espresso.
La stampa.it infine racconta tutta la faccenda dal vinitaly di Verona, cercando di sorvolare sull'Espresso.
A parte tutto, l'inchiesta è preoccupante e le anticipazioni dell'espresso.it si trovano qui.
2 commenti:
Bella la tua analisi. Però, questa volta, io sarei stato più cattivo di te. Perché ci intravedo un po' di malastampa.
Naturalmente, è vero che "l'inchiesta è preoccupante". Siamo di fronte a un nuovo scandalo enologico. Ma ogni denuncia di reato deve essere ad personam, non può essere generica.
Invece, purtroppo, L'Espresso questa volta si è lasciato trascinare dalla ricerca dell'audience, e ha sparato sul mucchio. Il rischio è che la notizia faccia più male che bene. E cioè che danneggi l'immagine complessiva dei vini italiani (soprattutto all'estero). Potrebbe essere un bel danno economico.
Intendiamoci. Non si deve mai tacere di fronte a certi fatti. Ma lo scoop è sempre un'arma a doppio taglio, e bisogna maneggiarla con accortezza.
Purtroppo l'equivoco sulla paternità dell'inchiesta colpisce ancora. :)
Io mi riferivo all'inchiesta della magistratura e al fatto che molta gente avrà bevuto quel "vino"
Sulla strategia da scoop dell'espresso sono d'accordo con te.
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