In Italia esiste una categoria di giornalisti più nota per essere sotto scorta causa minacce delle organizzazioni mafiose che per le loro inchieste. Il più famoso è certamente Roberto Saviano, ma a nel suo piccolo a Roma, o meglio a Ostia, c'è anche Federica Angeli.
Dopo le inchieste su mafia capitale ad Ostia, che le hanno causato le minacce e la scorta, la Angeli si è fatta notare per le sue opinioni, molto diffuse sui social, contro la giusta cinque stelle di Roma.
Con una certa curiosità siamo andati a leggere l'inchiesta sulle frutterie "egiziane", fenomeno ben visibile a chi abita in città.
Il risultato, nonostante il richiamo a camorra e immigrati, è piuttosto deludente. Le informazioni si basano soltanto sulle dichiarazioni di un affabile venditore. Per il resto nulla: che le associazioni mafiose siano la prima industria del paese è un dato purtroppo assodato e più volte si è verificato che i capitali messi da parte con operazioni criminali siano stati investiti in attività commerciali come alberghi e ristoranti, altro che frutterie. Il fatto che la frutta sia venduta a metà prezzo è evidentemente un dato che ha molta rilevanza per studenti, pensionati o disoccupati, e chi ha dato un'occhiata ha potuto vedere che la frutta non si presenta male, anche se il problema per l'autrice è che sia esposta "per l’intera giornata ai fumi di scarico delle macchine che ingorgano via Gallia o viale delle Milizie".
Insomma dall'articolo sembra che la camorra si comporti da banca e franchisor insieme. L'unico problema sembra essere che i fruttivendoli lavorino fino a 18 ore e dormano in negozio: in questo caso invitiamo la solerte autrice a interessarsi al mondo della gig economy, della logistica, della grande distribuzione specie nei festivi e nell'agricoltura, dove voucher e nero imperversano. Anche se il padrone non è formalmente un camorrista vecchia maniera.
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