
Un'inchiesta sulla vita dei servi-pastori, dopo l'aggressione-stupro ai danni dei ciclisti olandesi, era doverosa.
Nel nostro paese, a pochi chilometri da noi, esistono persone che per pochi euro fanno una vita da cani, ma tutto l'agnello che noi mangiamo, almeno quello "certificato italiano", il più richiesto, arriva dal loro lavoro.
E ci sono "imprenditori" (la definizione è di repubblica.it) che si arricchiscono alle loro spalle.
Dei servi-pastori si venne a conoscenza una decina di anni fa, a seguito dell'assassinio della Maiella: duplice omicidio e stupro, da parte di un pastore che viveva in solitudine a duemila metri, armato per sparare ai lupi. Sembra che l'omicida, condannato all'ergastolo, dichiarò che la sua vita in carcere era molto migliore di quella che faceva fuori.
Purtroppo l'
inchiesta è deludente. Tutto quello che il giornalista riesce a dirci è che i cani da pecora stavano per morderlo, che i pastori erano dotati di cellulare, che il padrone del gregge ha bruscamente troncato la conversazione al telefono (ma era italiano o straniero ? Almeno quello) e che persone sfruttate così in quella zona ci sono molte persone sfruttate così, anche nell'agricoltura e nell'edilizia.
Tutto qui? Evidentemente sì, fino al prossimo fatto di cronaca nera.