lunedì 9 giugno 2008

Repubblica: se il razzista è di sinistra


Sono passati giorni sia dalla brutta storia del raid al pigneto, sia dallo scoop (e questa volta si può dire che lo è) di Repubblica che intervista il reo confesso.
Passi la credibilità del racconto, su cui l'intervistatore non sembra porsi alcun dubbio, passi il colore stile "ragazzi di vita" a cui la pubblicistica si rifà inevitabilmente quando deve descrivere le periferie romane da cinquant'anni a questa parte (e la citazione di Pasolini arriva puntuale).
Quello che non dovrebbe passare è l'insinuante ricerca di una motivazione per farsi giustizia da sé (se me la prendo con uno solo per un motivo fondato non è razzismo) e il tentativo di far passare l'aggressore come di sinistra, in modo da suggerire che la xenofobia non ha colore politico. E così ecco l'enfasi sul tatuaggio di Che Guevara e la parola Ernesto che ricorre 9 volte nell'articolo.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

che ti è successo? un'indigestione di malastampa?

conteoliver ha detto...

No, ho fatto un paio di settimane di ferie.
E quindi adesso devo riposarmi :)